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Il braccio destro di Ziegler, Trina Diamond, decise che anche lei doveva entrare in scena: «Obiezione! Polemico!»

«Ritiro la domanda» disse Dale con un inchino all'avvocato Diamond. «Ora, in merito alla questione di cosa sia accaduto alla pelle mutata di Hask. Lei ha testimoniato che lui ha detto di averla buttata via.»

«Esatto.»

«In un sacco della spazzatura, buttato via con i rifiuti del campus.»

«Questo è quanto ha dichiarato.»

«Ha verificato in quale discarica vengono portati i rifiuti raccolti all'Università della California del sud?»

«Sì.»

«È andato alla discarica a cercare il sacco che conteneva la pelle?»

«Sì.»

«Ma dice di non averlo trovato.»

«Non l'ho trovato.»

«Riflettiamoci un momento, tenente. Se lei avesse trovato la pelle, e se fosse stata pulita, la sua accusa sarebbe evaporata, vero?»

«Niente affatto.»

«In realtà il fatto che la vecchia pelle di Hask non si trovi è la cosa migliore che le poteva capitare, non è così? Non le tocca controllare se gli oggetti a forma di rombo trovati sulla scena del delitto corrispondano a eventuali buchi di squame mancanti in quella vecchia pelle. E non deve neanche spiegare per quale motivo sarebbe pulita e priva di macchie di sangue.»

«Obiezione» disse Ziegler. «L'avvocato sta perorando la sua causa.»

«Respinta» disse Pringle «ma proceda con cautela, avvocato Rice.»

«Quando è andato alla discarica, detective?»

«Devo consultare i miei appunti.»

«Durante la deposizione preliminare, lei ha detto che era il ventiquattro dicembre.»

«Mi sembra di sì.»

«Si ricorda che tempo faceva quel giorno?»

«No.»

«Vostro Onore, vorrei mettere a verbale come prova questo bollettino dell'ufficio meteorologico di Los Angeles. che mostra che il ventiquattro dicembre faceva un caldo eccezionale — ventiquattro gradi all'ombra.»

«Avvocato Ziegler?» chiese Pringle.

«Nessuna obiezione.»

«Verbalizzare.»

«Ventiquattro gradi all'ombra» ripeté Dale. «Si può ben immaginare che con quel caldo non si sentisse proprio di frugare nella spazzatura.»

«Faccio il mio dovere.»

«E il cattivo odore — non dimentichiamocene. Anche in una normale giornata d'inverno, una discarica di rifiuti puzza, detective. In una giornata così calda, il cattivo odore deve essere stato insopportabile.»

«Non me lo ricordo tale.»

«Certo nessuno potrebbe biasimarla per non aver passato troppo tempo a rovistare, aprendo un sacco verde dopo l'altro mentre il sole batteva — specialmente perché era, dopo tutto, la vigilia di Natale. Senza dubbio aveva fretta di tornare a casa dalla sua famiglia.»

«Ho fatto una ricerca accurata.»

«E quello che deve dire, no?»

«Obie…»

«Naturale che devo dirlo. Sono sotto giuramento, ed è la verità.»

Dale sorrise. «Facile, detective. Molto facile. Non ho altre domande.»

20

«Il Popolo chiama a deporre il Tosok di nome Stant.»

Stant si alzò da una delle sei sedie per i Tosok e attraversò il cancelletto per arrivare davanti al giudice Pringle.

«Lei giura o dichiara solennemente» disse l'impiegato «che la testimonianza che renderà nel processo che ora si svolge di fronte a questa corte sarà la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità, con l'aiuto di Dio?»

«Lo giuro»

«Dichiari il suo nome, prego.»

«Stant. Fonetica: S-T-A-N-T.»

«Sieda.» Mentre Stant giurava, un impiegato aveva sostituito la poltrona del banco dei testimoni con un'altra sedia per Tosok. Stant si sistemò sulla sedia.

Linda Ziegler si alzò. «Stant, prima di cominciare, penso sia necessario parlare un momento del giuramento che ha appena fatto. Lei conosce la differenza tra mentire e dire la verità?»

«Naturalmente.»

«Lei ha detto io giuro' quando è stato detto 'con l'aiuto di Dio'?»

«Sì.»

«I Tosok credono in un'entità superiore?»

«Sì.»

«Quest'entità è considerata come il creatore?»

«Sì, lei è la creatrice dell'universo. E di alcune forme viventi.»

«E lei personalmente crede in questa entità?»

«Sì.»

«Quindi quando lei invoca l'aiuto di Dio per dire la verità, lei si rivolge di fatto a un potere in cui crede?»

«Sì.»

«Lei capisce il peso che diamo alla verità durante un processo, vero?»

«Mi è stato spiegato a lungo. Dirò la verità.»

«Grazie… e mi scusi per averle fatto queste domande. Ora, per favore, Stant, ci dica: in che rapporti è con l'imputato Hask?»

«Sono il suo fratellastro.»

Ziegler era visibilmente nervosa. «Prego?»

«Credo di aver usato il termine correttamente. Abbiamo la stessa madre, ma padri diversi.»

Ziegler lanciò un'occhiata a Dale. Dale era scioccato quanto lei dalla rivelazione, ma mantenne un'espressione impassibile. Quindi guardò indietro verso Dale, dove era seduto Nobilio; anche lui aveva sul viso un'espressione assolutamente sorpresa: sopracciglia inarcate, bocca aperta. Era una semplice domanda pro forma, di apertura, e Ziegler si aspettava senza dubbio che la risposta fosse 'sono suo compagno di bordo' oppure 'è un mio collega', oppure qualcosa di altrettanto ovvio. Tentò visibilmente di ricomporsi. «È il suo fratellastro» ripeté.

Il ciuffo di Stant si mosse avanti e indietro; il cenno dei Tosok per annuire. «Sì.»

«Vostro Onore,» disse Ziegler «chiedo il permesso di trattare il teste come ostile.»

«Io non sono ostile» disse Stant.

Il giudice Pringle guardò Stant. «Per ostile intende veementemente contrario alla tesi dell'Accusa. Ora la prego di non parlare più finché non avrò deliberato sulla questione.»

«Vostro Onore,» disse Dale, alzandosi in piedi e allargando le braccia gigantesche, «la Difesa obietta. Stant non ha mostrato alcuna ostilità.»

«Vostro Onore,» disse Ziegler «sarebbe opportuna una certa elasticità.»

Pringle fece un'espressione corrucciata. «Essere fratello di qualcuno non conferisce necessariamente uno stato di ostilità. Inoltre, noi non sappiamo nulla dei legami familiari tra i Tosok. Mi riservo di esprimermi quando li conosceremo.»

«Molto bene» disse Ziegler. Si voltò verso Stant. «Vediamo di conoscerli un pochino, allora. Come mai lei è il fratellastro di Hask?»

«Ho i genitali maschili. Altrimenti sarei la sua sorellastra.»

La giuria rise. Ziegler mostrò fastidio. Dale si sentì solidale con lei. Non aveva idea di cosa ne sarebbe venuto fuori, ed era una situazione che non sarebbe piaciuta a nessun avvocato. «Lei è il prodotto di una rottura in famiglia?»

«Casa nostra era intera.»

«No, no. Quello che volevo dire è se i suoi genitori hanno divorziato. Come mai la stessa femmina ha avuto figli da due maschi diversi?»

«Mia madre ha avuto figli da quattro maschi, naturalmente» disse Stant.

«Quattro maschi» disse Ziegler battendo le palpebre.

«Esatto.»

Ziegler fece una pausa, apparentemente cercando di formulare la domanda giusta. Alla fine guardò di nuovo Dale, come se lo avvertisse di non obiettare solo per il gusto di farlo, e disse a Stant: «Forse potrebbe spiegarci come avviene la riproduzione dei Tosok… se non è una questione troppo privata.»

«Non è privata, anche se non è nostra abitudine parlare dei meccanismi interni del corpo, tranne quando ci consultiamo con un medico-prete. Del nostro esterno siamo responsabili noi, ma la parte interiore appartiene a Dio.»

Tutti aspettavano che Stant proseguisse. Dopo qualche istante il giudice Pringle disse con calma, «Stant, lei dovrebbe rispondere alla domanda.»

Il Tosok rimase in silenzio per un altro po', poi il suo ciuffo si divise, a segnalare un'alzata di spalle. «Per un breve periodo della sua vita la femmina dei Tosok è in grado di riprodursi.» Distolse lo sguardo dagli altri Tosok in aula. «Durante quel periodo ognuno dei suoi quattro uteri viene fecondato nello stesso giorno — di solito da quattro maschi diversi, ma in alcuni casi devianti lo stesso maschio feconda più uteri. Normalmente però i quattro figli avranno la stessa madre, ma padri diversi.»

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