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«Sono curiosa riguardo all'incidente che è capitato alla vostra nave.»

«Che cosa vuole sapere?»

«Mi chiedo: come mai degli esseri avanzati come voi non erano preparati per la possibilità di collisioni nello spazio?»

«Eravamo preparati per la possibilità di collisioni con micrometeore nel sistema solare interno, nel qual caso il nostro equipaggio sarebbe stato risvegliato e quindi messo in condizioni di affrontarle. Ci aspettavamo che il sistema solare esterno fosse virtualmente vuoto, e quindi la nostra nave effettuava solo il monitoraggio automatico più superficiale. Naturalmente sapevamo della vostra nube di Oort — l'alone di materiale cometario che circonda il vostro sole fino a una distanza di centomila volte il raggio orbitale del vostro pianeta, ma non sapevamo del disco di nuclei cometari, ghiaccio, e altri scarti distanti approssimativamente quaranta volte il vostro raggio orbitale dal Sole.»

Ziegler consultò i suoi appunti, rivedendo le notizie che aveva avuto sull'argomento. «Chiamiamo quella regione la 'fascia di Kuiper'.» Guardò i giurati. «Forse i giurati avranno sentito parlare della fascia di asteroidi tra Marte e Giove, ma è un fenomeno diverso; la fascia di Kuiper è molto più lontana, oltre l'orbita di Nettuno.» Si rivolse di nuovo a Rendo. «Le nostre teorie sulla formazione dei pianeti dicono che qualsiasi stella con dei pianeti ha con molte probabilità una regione simile che la circonda.»

«E noi lo abbiamo capito da quella intuizione» disse Rendo. «Il dottor Calhoun mi aveva spiegato le comete di corto periodo, che, mi pare di capire, sono detriti della fascia di Kuiper che sono caduti verso il sistema solare interno. Immagino che queste comete siano spettacolari da osservare, ma dal mio mondo non sono mai state visibili, almeno non nella storia cronologica dei Tosok.» Rendo fece una pausa, come se stesse pensando come spiegarsi meglio. «Alfa Centauri è un sistema stellare triplo, avvocato Ziegler. Ognuna delle tre stelle ha un effetto gravitazionale sulla materia in orbita oltre una certa distanza dalle altre. Secondo quanto mi ha insegnato il dottor Calhoun, direi che è probabile che Alfa Centauri A, B e C avessero ancora delle fasce di Kuiper dopo la coalescenza di polvere e gas primordiali, proprio come è successo con il vostro sole. Ma molto tempo fa A e B con la loro danza gravitazionale si sono liberate a vicenda delle fasce di Kuiper. Senza aver mai visto le comete di corto periodo nel nostro cielo, non ci è mai venuto in mente che un disco di detriti potesse mai esistere vicino al nostro sole, e tanto meno vicino agli altri. L'incidente è avvenuto proprio come ho descritto, abbiamo davvero bisogno dell'aiuto umano, e come ho detto all'avvocato Rice, nessuno dei miei compagni avrebbe messo a repentaglio tale aiuto commettendo un omicidio.»

Ziegler capì che non stava aiutando la sua causa. «Non ho altre domande» disse.

25

C'era qualcosa della discussione in aula sulle dinamiche orbitali di Alfa Centauri che non lo convinceva, ma Frank Nobilio non riusciva a capire bene cosa. Naturalmente Frank non era un astronomo (era laureato in storia della scienza) ma aveva fatto un corso universitario di astronomia. Eppure, qualcosa non quadrava. In passato, quando aveva domande astronomiche, Frank le poneva semplicemente a Cletus Calhoun, ma ora non era possibile.

Oppure sì?

Frank andò alla KCET, affiliata della PBS di Los Angeles. Lì furono fin troppo contenti di farlo entrare, mettendogli a disposizione un televisore a trentun pollici e un videoregistratore stereo. Frank si ricordava bene: c'era un episodio su quell'argomento. Si sedette al buio, sorseggiando una lattina di Diet Pepsi.

Sullo schermo appariva il logo aziendale. «Questo programma» diceva una voce femminile «è stato realizzato grazie alle società del gruppo Johnson Johnson e al contributo finanziario annuale di voi telespettatori.»

Le immagini si aprivano con il primo piano di un fuoco di accampamento, poi si allargavano mostrando degli umani primitivi con le sopracciglia folte. Dal fuoco si alzavano le scintille e sullo schermo apparivano i titoli, che le inseguivano verso il cielo notturno senza Luna. Ben presto le scintille scomparvero, ma il cielo era pieno di stelle, e si vedeva l'arco della Via Lattea. In sottofondo partiva il ritmo martellante del piano di Jerry Lee Lewis. L'immagine zoomava nello spazio, poi mostrava i contorni notturni della Terra e il Sole che sorgeva. L'inquadratura si spostava sul Sole, la superficie macchiata in primo piano, una protuberanza che si alzava ad arco dalla superficie. La voce di Lewis attaccava con le parole: 'Goodness gracious! Great balls of fire!' La protuberanza ricadeva sulla superficie del Sole, ma il titolo della trasmissione rimaneva in lettere fiammeggianti che brillavano nello spazio: GREAT BALLS OF FIRE!

La scena si spostava nello spazio mentre la canzone andava avanti, passando per una gigante rossa adiacente a un buco nero, che attraeva del materiale; passando per un sistema stellare binario; passando per un pulsar che si accendeva e si spegneva; per le Pleiadi, con la loro luce blu diffusa nella nebulosa che le circondava…

Apparve un altro titolo: CON CLETUS CALHOUN. Jerry Lee Lewis cantò ancora e poi la sequenza dei titoli finì. Dopo un istante di buio apparve Clete, tutto gambe, braccia e sorriso stupido. Era al tramonto, e stava in piedi su una passerella di legno sopra una palude subtropicale.

Terzo titolo: TERZA PUNTATA : PROPRIO LAGGIÙ.

«'Sera a tutti» disse Clete sorridendo. Frank sentì gli occhi che gli bruciavano. Quanto gli mancava quell'uomo. Nella stanza buia, era quasi come se fosse lì con lui.

«Sapete tutti che vengo dal Sud» proseguiva Clete, guardando dritto nella macchina da presa — dritto verso Frank. «Dal Tennessee, per essere precisi. Ma stanotte noi andremo molto più a sud — quasi nel punto più a sud in cui si possa andare senza uscire dai cari vecchi Stati Uniti. Siamo nel Parco Nazionale di Everglades, proprio sulla punta più meridionale della Florida.» Sullo sfondo un airone bianco volò nel cielo rosa, con le lunghe zampe e il collo non molto diversi da quelli di Calhoun. «Siamo venuti quaggiù per vedere qualcosa che voi dal nord non potete vedere.» Indicò con il braccio ossuto e l'inquadratura lo seguì fino a fermarsi su una stella luminosa, proprio sopra l'orizzonte, tra due giunchi.

«Quella lì è Alfa Centauri» disse Clete. «Non sembra niente di speciale, ma è la stella più vicina alla Terra, escluso il Sole. È a circa venticinque trilioni di miglia di distanza — proprio laggiù. Il nostro vicino più prossimo nello spazio.»

Frank premette il pulsante di avanzamento veloce. Il movimento rapido e silenzioso di Clete era interrotto da grafici che mostravano la costellazione del Centauro. Dopo un po' Frank lasciò il pulsante.

«… Ma Alfa Centauri non è soltanto una stella» disse Clete. «In realtà sono tre, tutte molto vicine tra loro. Le chiamiamo Alfa Centauri A, Alfa Centauri B e — come prevedibile — Alfa Centauri C. Noi astronomi siamo tutti poeti.» Il suo viso largo si aprì in un sorriso. «Delle tre Alfa Centauri, C è la più vicina a noi, quindi qualche volta in realtà la chiamiamo Proxima Centauri — come 'in prossimità'. Altra cosa che dovreste tutti sapere di noi astronomi: ci piacciono le parole da cinquanta dollari, perché è l'unico modo in cui molti di noi arrivano a quella cifra.» Rise ancora.

L'immagine passò sul Martedì Grasso a New Orleans, con Clete che camminava di notte lungo una strada. Si fermò a guardare un uomo con un abito vistoso che faceva un gioco di destrezza con tre torce accese. «Naturalmente» disse Clete «quando si hanno tre stelle vicine, le cose si fanno davvero molto interessanti.» L'inquadratura strinse sulle torce e poi uscì dal caminetto nella baita di montagna di Clete — una vista frequente nel programma. Era seduto dietro a una vecchia scrivania di legno. Sullo sfondo c'era una stufa panciuta, e sulla parete rivestita di legno dietro a lui era appeso un fucile da caccia. Sul tavolo c'era una ciotola di frutta.

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